Volontariato in Africa. Etiopia, da Torino a Shashemene

Mercoledì 5 novembre 2003
Siamo partiti alle 20.25 dall'aeroporto di Caselle a Torino per raggiungere l'aeroporto di Roma alle 21.30.

Giovedì 6 novembre 2003
Partenza nella notte, alle 0.40, da Roma. Arrivo ad Addis Abeba, in Etiopia, alle 8.30 del mattino.
Almeno, questi erano gli orari previsti. In realtà siamo partiti da Roma dopo l'1.30 e siamo usciti dall'aeroporto africano alle 10.

Lì fuori ad aspettarci c'era Bruk, con un cartello appeso al collo che riportava la scritta "Manuel e Elisa".

Nel giro di pochi minuti alcuni etiopi ci hanno preso le valige, per trasportarle fino alla macchina. Il problema è che non potevamo pagarli, avendo ancora i soldi in Euro. Così, Bruk ha dato loro qualche Bir, la moneta locale (un euro valeva circa 9,83 bir) e siam saliti sul Land Rover, il mezzo utilizzato per i loro spostamenti in Etiopia.


Eravamo ad Addis Abeba... in Africa... non mi sembrava vero!


Bruk ci ha subito accompagnati al Centro Fao, dove si trovano le varie ambasciate.
Lì si trovava anche la sede dell'LVIA di Cuneo, l'Associazione di Solidarietà e di Cooperazione Internazionale per la quale stava lavorando un mio vecchio amico, Dario, in Etiopia da diversi mesi.

Presso la sede abbiamo atteso Bruk per circa 2-3 ore, mentre sbrigava delle commissioni in città. Non dovevamo rimanere lì, poiché Dario ci attendeva a Shashemene (Sciasciamanna), 248 km più a sud.

Nel frattempo siamo stati in compagnia di due simpaticissimi cani e del guardiano, che però parlava solo amarico... ma ci capivamo ugualmente.

Ci ha offerto la Merinda, una bevanda locale, dopodiché abbiamo chiesto se potevamo fare un giro fuori.

Fantastico! Appena usciti abbiamo incrociato lo sguardo di tre ragazze, dai bei lineamenti e dal sorriso raggiante. Poi altri bambini, più avanti; anche loro sorridevano.
Credo che molti fossero curiosi di vedere nei paraggi due bianchi, "Foreigns".

Siam poi tornati all'Lvia, dove c'era anche Bruk, in compagnia di una ragazza, molto dolce e, ovviamente, sorridente. Si chiamava Lem Lem e aveva 26 anni. Bruk, invece, 29.

A quel punto c'eravamo tutti ed eravamo pronti per ripartire con il Land Rover. Io ed Elisa sedevamo dietro, colpiti dal panorama e dalla gente che scorreva attraverso i finestrini.

Non è stato un viaggio breve.
Bruk ha fatto diverse tappe per altre commissioni.
Siam passati da Mojo per andare a Nazareth Adama. Poi siam tornati a Mojo, dove abbiamo mangiato per pranzo, in un locale. Rigorosamente cibo etiopico e birra etiopica.

Dopo il pranzo, la ripresa del nostro percorso verso il sud. Durante il tragitto abbiamo preso un po' più di confidenza con Bruk e Lem Lem, così da poter conoscerci meglio.

L'arrivo a Shashemene verso le 20.30. Appena giunti nella struttura, circondata da un alto muro e un portone per l'ingresso, Dario ci ha abbracciati. Eravamo finalmente giunti a destinazione. Lì lavorava anche un altro suo collega, Massimo, di Druento.

Dopo una bella chiacchierata sulle ultime notizie nostre e loro, e sulle prime impressioni dei luoghi e della gente, gli abbiamo consegnato una borsa con diverse medicine, camicie che avevo raccolto un po' a casa mia, un po' tra amici, e altre al lavoro, presso la redazione torinese di Repubblica.

Noi eravamo visibilmente stanchi per la giornata piena di eventi ed emozioni. Così, a mezzanotte, siamo crollati nei nostri letti. Avevamo a disposizione, ognuno di noi, una stanzetta con il bagno.

Prossimamente scrivo del giorno seguente.

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